Piedimonte S.G. – Straziante addio al piccolo Gabriel Feroleto. Il sindaco: «Mai più indifferenti»

PIEDIMONTE – 24 APR – Il giorno dell’addio e del dolore. A Piedimonte San Germano tutti si sono fermati per l’ultimo saluto al piccolo Gabriel Feroleto. La chiesa Santa Maria Assunta di Piedimonte non è riuscita a contenere le centinaia di persone arrivate per i funerali del piccolo angelo biondo.

Solo lacrime e silenzio. Un silenzio squarciato dal suono delle sirene dei vigili del fuoco. Quegli eroi in divisa rossa che il piccolo Gabriel Feroleto tanto amava e che gli strappavano un sorriso ogni volta che passavano.

Prima di arrivare in chiesa il corteo funebre è passato davanti alla casa in cui viveva, proprio lì, dove una settimana fa la sua vita di soli 2 anni e mezzo è stata spezzata.

Al seguito della bara bianca la nonna e lo zio distrutti dal dolore. Non c’erano la mamma Donatella Di Bona né il papà Nicola Feroleto, entrambi in carcere perché accusati di concorso in omicidio aggravato. Secondo gli inquirenti sarebbero stati loro ad uccidere il bimbo mercoledì 17 aprile.

La città si è fermata nel giorno del dolore e delle lacrime. Per salutare Gabriel all’uscita della bara sono stati liberati palloncini bianchi e una grande scritta azzurra con il suo nome.

Presenti anche le istituzioni: dai carabinieri ai vigili del fuoco in picchetto vicino la bara bianca. La protezione civile, la croce rossa e i sindaci delle comunità vicine: Aquino, Villa Santa Lucia, San Giovanni Incarico, Sant’Ambrogio e Piedimonte.

È stato proprio il primo cittadino Ferdinandi a lanciare dal pulpito un monito duro ma reale. «Mai più indifferenti – ha affermato il sindaco – Piangiamo il piccolo Gabriel: figlio, fratello, cugino e nipote di tutti noi. Un angioletto strappato alla vita con straziante cattiveria. Le istituzioni siamo tutti noi cittadini. Siamo noi che abbiamo il dovere morale di tendere mano e orecchie all’ascolto e all’aiuto di chi da solo non ce la fa perché troppo debole o piccolo, come Gabriel. Lui vittima innocente. A lui non potremo mai chiedere scusa abbastanza. Il suo ricordo ci impegna a stare vigili. Mai più indifferenti o distratti».