Arce – Omicidio Mollicone, mercoledì la decisione del Gup sui cinque indagati

ARCE – 12 NOV – Adesso ci siamo davvero. Mancano poche ore all’udienza preliminare per i cinque indagati, accusati di aver avuto un ruolo nella morte di Serena Mollicone: la richiesta di rinvio a giudizio riguarda la famiglia Mottola, il padre Franco, ex comandante della stazione di Arce, il figlio Marco e la moglie Anna Maria, accusati di omicidio in concorso. Al maresciallo Vincenzo Quatrale viene contestato, oltre al concorso in omicidio, anche l’istigazione al suicidio di Santino Tuzi, mentre a Francesco Suprano solo il favoreggiamento (il suo quindi, nell’impianto degli inquirenti, sarebbe un ruolo marginale).

Quella di mercoledì è quindi davvero la giornata della svolta: il papà di Serena, Guglielmo, lo attendeva da tempo. Dopo quasi 18 anni e mezzo “siamo sulla soglia di un  possibile processo – ha detto il suo legale, l’avvocato Dario De Santis -“Siamo arrivati a buon punto”.

Mercoledì, con udienza fissata alle 9, il gup di Cassino Salvatore Scalera dovrà decidere se rinviare a giudizio gli indagati.

Sabato scorso la difesa dei Mottola ha tenuto una conferenza stampa. L’avvocato Germani ed il criminologo Lavorino, che assistono la famiglia, spiegano di essere sicuri di riuscire a dimostrare l’estraneità dei loro assistiti: “non ci sono sul corpo di Serena tracce dei mie clienti”, aveva detto l’avvocato Germani sabato scorso. “La loro estraneità è già scritta negli atti. Basta volerli leggere”.

Non si sa ancora se il maresciallo Vincenzo Quatrale, assistito dagli avvocati Francesco Candido e Paolo D’Arpino, sarà presente in aula o meno. I suoi legali spiegano che aspetta questa udienza con speranza, sicuro di avere dalla sua parte la verità, inattaccabile, e quindi fiducioso di poter dimostrare la sua estraneità. C’è però anche tristezza e amarezza per essere finito in questa inchiesta.

L’avvocato Eduardo Rotondi, che segue invece Francesco Suprano, respinge ovviamente ogni accusa e ribadisce il ruolo assolutamente marginale ipotizzato per il suo assistito; vuole rilasciare dichiarazioni solo dopo l’udienza.