Una truffa da ottanta milioni di euro, nata dietro la promessa di un futuro “green”. È l’ennesima illusione per migliaia di italiani, anche nella provincia di Frosinone, coinvolti nel miraggio di guadagni facili nel settore del fotovoltaico.
A smascherare il raggiro, la Guardia di Finanza di Bologna insieme alla Polizia Postale e al Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica dell’Emilia-Romagna con l’operazione Cagliostro.
L’operazione, scattata all’alba del 28 ottobre, ha portato a numerose perquisizioni in tutta Italia e al sequestro del portale “voltaiko.com”, insieme al blocco di 95 conti correnti riconducibili al gruppo societario sotto indagine. Un’azione corale che ha visto impegnate in prima linea anche le Sezioni Operative Sicurezza Cibernetica delle varie Regioni e gli altri reparti territoriali della Fiamme Gialle nelle province di Bologna, Rimini, Modena, Milano, Varese, Arezzo, Frosinone, Teramo, Pescara, Ragusa.
Le indagini – coordinate dalla Procura di Bologna – hanno ricostruito un sistema truffaldino a rete piramidale, il cosiddetto “schema Ponzi”, dove i guadagni dei primi investitori venivano pagati con i soldi dei nuovi.
Dietro l’apparenza di un investimento nelle energie rinnovabili si nascondeva una trappola: i pannelli fotovoltaici promessi non esistevano.
Si stima che siano circa 6.000 le persone in tutta Italia che venivano persuase dai numerosi procacciatori ad investire sul portale, convinti a “noleggiare” impianti all’estero in cambio di rendimenti virtuali, gli “energy point”, in realtà solo numeri su uno schermo, generando un volume di investimenti stimato in circa 80 milioni di euro.
La Procura della Repubblica di Bologna ha disposto in via d’urgenza il sequestro preventivo del portale www.voltaiko.com e di tutti i rapporti finanziari riconducibili alle società coinvolte e agli indagati, da ritenersi innocenti fino a sentenza definitiva.
Anche il Comando provinciale di Frosinone e altri reparti territoriali delle Fiamme Gialle – da Milano a Ragusa – hanno partecipato all’operazione, che ha portato al sequestro di criptovalute, beni di lusso, lingotti d’oro e documenti utili alle indagini.





