Nel Lazio, in soli due anni, sono raddoppiati i cittadini che rinunciano a curarsi, arrivando al 12% nel 2024,secondo i dati ISTAT.
Una vera e propria retrocessione del diritto alla salute, a cui hanno contribuito liste d’attesa interminabili e la continua delegazione di prestazioni alla sanità privata, pur di smaltire le richieste e rispettare i criteri nazionali.
Un meccanismo che da qualunque parte lo si guardi indebolisce la sanità pubblica della regione Lazio, dirotta risorse ai privati e costringe le persone più fragili a rinunciare alle cure. A questo si aggiungono le gravi carenze della medicina di prossimità: sempre meno medici di base e pediatri di libera scelta. Il dato regionale si inserisce poi nella statistica nazionale elaborata dall’ISTAT dove nel 2024 il 9,9% delle persone ha dichiarato di aver rinunciato a curarsi per problemi legati alle liste di attesa, alle difficoltà economiche o alla scomodità delle strutture sanitarie: si tratta di 5,8 milioni di individui, a fronte di 4,5 milioni nell’anno precedente.”, vale a dire 1,3 milioni di italiani che rinunciano a curarsi.
Sui dati regionali dell’Istat botta e risposta tra la consigliera regionale Sara Battisti e la presidente della Commissione Sanità e Politiche sociali del Lazio, Alessia Savo.
La consigliera regionale del PD Sara Battisti definisce quello del Lazio “Un dato del Lazio è drammatico, che certifica il fallimento della gestione della sanità da parte della giunta Rocca e segna un arretramento gravissimo del diritto alla salute. È un arretramento che colpisce in modo particolare la province dove, e faccio l’esempio di Frosinone, la situazione si presenta sempre più drammatica. Servono risposte vere, investimenti sul pubblico e una visione che rimetta al centro le persone”
“Parlare di fallimento è una narrazione strumentale e lontana dalla realtà – replica Alessia Savo – Il governo Rocca ha avviato il più grande piano assunzionale mai registrato nella storia della Regione Lazio: 14.000 nuove unità tra medici, infermieri, pediatri e operatori sanitari, per rafforzare la medicina territoriale e garantire cure accessibili a tutti.” La Savo aggiunge: “I dati Istat vanno letti con responsabilità: il fenomeno della rinuncia alle cure è nazionale e frutto di anni di sottofinanziamento. Noi stiamo invertendo la rotta, con risorse reali, visione strategica e attenzione alle fasce più fragili. Basta con le polemiche sterili: la salute dei cittadini merita rispetto e lavoro serio.”





