Firenze – Maxi frode all’erario: dopo le misure cautelari arriva la confisca di beni per quasi 12 milioni: coinvolto il basso Lazio

Il primo luglio la vasta operazione della guardia di finanza di Firenze che aveva portato alla luce un sistema truffaldino che aveva permesso a 15 persone, tra cui diversi professionisti, di truffare l’erario per milioni di euro appropriandosi di benefici e crediti per la creazione di start up di ricerca e sviluppo, di fatto mai operative.
Oggi, dopo le misure cautelari, 3 in carcere e 12 ai domiciliari, arriva il sequestro preventivo ai fini della confi-sca di beni per 11 milioni e 800 mila euro circa, sparsi sull’intero territorio nazionale, tra cui spiccano immobili di pregio ad Ardea, Roma ed Aprilia.
E’ questo lo sviluppo patrimoniale dopo le misure personali emesse tre settimane fa e che coinvolsero, tra gli altri, anche un cittadino residente in provincia di Frosinone, un uomo originario di Ceprano, figura non di spic-co dell’organizzazione, ed un 61enne di Subiaco, oltre a soggetti domiciliati in Toscana e in Campania.
L’operazione è stata coordinata dal’Antimafia di Firenze, in collaborazione con i militari del comando provin-ciale della Guardia di Finanza e lo Scico
I reati contestati agli indagati, a vario titolo, includono associazione per delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti e indebite compensazioni fiscali, con un danno stimato per l’Erario superiore agli 11 mi-lioni di euro.
Secondo le accuse, l’organizzazione aveva il suo fulcro tra Firenze, Prato e Salerno, e si avvaleva di profes-sionisti contabili, imprenditori e persino un ingegnere con il compito di “validare scientificamente” progetti fittizi di “ricerca e sviluppo”.
Attraverso false fatturazioni e crediti fiscali inesistenti, il gruppo criminale riusciva a compensare debiti tributari e previdenziali. I proventi illeciti venivano poi riciclati attraverso una rete di società estere con sede in Bulgaria, Repubblica Ceca e Malta, mediante fittizi contratti di consulenza. Queste le accuse per il gruppo cri-minale che, secondo gli inquirenti, minacciava di morte quegli imprenditori che non volevano prendere parte alla frode.