Ha incassato in contanti il pagamento di visite mediche svolte in regime di attività libero-professionale intramuraria, senza far transitare i proventi attraverso i canali ufficiali dell’Azienda Sanitaria, in modo da sottrarsi alle trattenute obbligatorie previste.
È questa l’ipotesi formulata dai carabinieri del Nas di Latina nei confronti di un medico in servizio a tempo indeterminato presso l’Azienda Sanitaria Locale di Frosinone.
Secondo le accuse l’escamotage attuato dal professionista gli ha permesso non solo di trattenere il denaro in maniera indebita, ma anche di percepire – in maniera fraudolenta – le indennità aggiuntive legate al regime di “esclusività”: ovvero il vincolo che impedisce ai medici pubblici di esercitare la libera professione al di fuori delle strutture sanitarie autorizzate. Al medico, nell’ambito della strategia operativa “Liste di Attesa” avviata dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute di Roma, sono stati sequestrati beni per 65mila euro:cifra che, secondo le indagini, rappresenta il profitto illecito accumulato attraverso queste condotte. Il sequestro è stato disposto dal Gip del Tribunale di Frosinone, su richiesta della locale procura che ha coordinato l’indagine.
La vicenda, ancora al vaglio dell’Autorità Giudiziaria, fa luce sul sistema delle visite specialistiche e sulle prassi relative all’attività libero-professionale nei presidi pubblici. Da tempo, infatti, il fenomeno delle cosiddette “visite in nero” rappresenta una delle criticità sotto la lente di ingrandimento dei Carabinieri del NAS





