I carabinieri del Nucleo Investigativo di Frascati hanno eseguito un’ordinanza, che dispone la custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale Ordinario di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 6 uomini (3 sudamericani, 2 albanesi e un italiano) gravemente indiziati di essere, a vario titolo, i responsabili di due sequestri di persona a scopo di estorsione (di cui uno seguito dal tentato omicidio della vittima) commessi rispettivamente il 2 giugno e il 19 giugno dello scorso anno in un’abitazione di Lanuvio. I sequestri, entrambi documentati da video acquisiti agli atti, si ipotizza siano aggravati dal metodo mafioso.
L’attività costituisce la prosecuzione dell’indagine che il 20 giugno dello scorso anno aveva portato all’esecuzione di un’ordinanza che disponeva la custodia cautelare in carcere nei confronti di 3 sudamericani (destinatari anche dell’odierna misura), ritenuti responsabili del tentato omicidio – aggravato dal metodo mafioso – avvenuto l’11 maggio dello scorso anno a Tor Bella Monaca, nei confronti del pregiudicato narcotrafficante. I due sudamericani sono gravemente indiziati di aver sequestrato, il 2 giugno dello scorso anno in accordo con l’italiano e su mandato di uno degli albanesi, un pregiudicato originario di Genova al fine di recuperare un credito di circa 60mila euro maturato nell’ambito del traffico degli stupefacenti. La vittima, in particolare, è stata incappucciata, ammanettata e minacciata di morte con un’arma da fuoco.
Sono invece gravemente indiziati dell’altro sequestro di persona, avvenuto circa due settimane dopo, il 19 giugno, due sudamericani (di cui uno indiziato di essere l’autore anche del sequestro di due settimane prima) e l’altro albanese (quest’ultimo quale mandante), commesso nei confronti di un commerciante d’auto pontino al fine di ottenere informazioni inerenti a un’organizzazione criminale antagonista nel contesto del narcotraffico. La vittima, in questo caso, oltre ad essere stata ammanettata e minacciata, è stata anche ferita da un colpo di arma da fuoco all’addome (si ipotizza da parte dei due sudamericani). Uno dei due albanesi destinatari del provvedimento, detenuto, è considerato essere uno dei narcotrafficanti più influenti dell’area romana e dei Castelli





