Roma – Nuova udienza per l’omicidio Mollicone, il maresciallo Mottola in aula: «Siamo innocenti»

“Sono e siamo innocenti di quanto siamo accusati da moltissimi anni. Non abbiamo nulla a che vedere con la morte di Serena Mollicone: non l’abbiamo uccisa, non l’abbiamo picchiata, non l’abbiamo immobilizzata e confezionata col nastro adesivo e col fil di ferro, non l’abbiamo trasportata a Fontecupa”. Così l’ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, che oggi in aula, durante il processo di Appello bis sull’omicidio di Serena Mollicone, ha rilasciato dichiarazioni spontanee.
“Tuzi si è suicidato perché aveva capito di avere perso il senso dell’onore, perché aveva perso la stima in sé stesso, per la delusione del rifiuto della sua ex amante Annarita Torriero a tornare assieme, per il pentimento e per la vergogna di avere messo in mezzo mio figlio innocente e per i suoi segreti personali sul proprio comportamento non collegato a noi, ma alle sue azioni extrafamiliari e ad altri eventi a me sconosciuti”. Così l’ex comandante.
“Nego di aver effettuato alcun depistaggio come mi si accusa”.
“Ho prelevato Guglielmo Mollicone per portarlo in Caserma a firmare alcuni verbali su ordine preciso del capitano Trombetti e, anche se mi è dispiaciuto, ho dovuto farlo perché era un ordine -ha detto – E solo i soggetti disinformati o i soggetti provocatori possono pensare che un Maresciallo dei Carabinieri possa discutere l’ordine di un Capitano dei Carabinieri. Non so e non sappiamo nulla di chi, quando, come e perché abbia messo l’hashish nel cassetto di Serena, nemmeno la storia del telefonino”.
Sulla notte tra il 1 e il 2 giugno Franco Mottola ha aggiunto: “Sono andato a casa di Guglielmo Mollicone verso le due su sua precisa richiesta fattami in Caserma”.