Arce – Mollicone, il teste chiave: «La Torriero mi disse che Serena era in caserma”

“Annarita Torriero mi raccontò che il giorno che Serena era scomparsa, il 1 giugno 2001, lei era stata in caserma: era andata a portare un panino e una scheda telefonica a Santino Tuzi. Mi disse che quella mattina aveva visto Serena”. Lo ha detto, davanti alla prima Corte d’Assise d’Appello di Roma, Sonia Da Fonseca, teste chiave nel processo per l’omicidio di Serena Mollicone, la giovane di Arce uccisa nel 2001. Sonia Da Fonseca era vicina di casa di Annarita Torriero, che aveva avuto una relazione con Santino Tuzi, il brigadiere morto suicida nel 2008 dopo aver rivelato di aver visto Serena entrare in caserma.

“Anna Rita Torriero si era trasferita nella casa popolare di Ceprano, quando la madre era morta, abitavamo sullo stesso pianerottolo ma prima di quel momento l’avevo vista solo qualche volta”, racconta la stessa testimone in aula. “Varie volte ho incontrato Santino o per le scale o sul pianerottolo, veniva a trovare Anna Rita – spiega – E lei andava spesso in caserma quando Santino la chiamava perché aveva bisogno di qualcosa”.

Da Fonseca ha poi riferito un colloquio che ebbe con Torriero, il marito e la sorella in macchina il 9 ottobre 2008. “Andammo in caserma con Annarita, il marito (Massimiliano Gemma ndr) e la sorella. Io le dissi ‘tu devi dire la verità’ e lei mi disse di farmi gli affari miei – ricorda – Anche il marito le ripeteva di dire la verità. Ci disse ‘state zitti che mi mettete in mezzo ai guai'”.

Da Fonseca ha raccontato quanto avvenne l’11 aprile del 2008, giorno in cui Santino Tuzi fu trovato morto suicida. ”Anna Rita suonò alla porta, entrò a casa mia e mi prese il telefono cellulare, era preoccupata, diceva ‘devo parlare con Santino’. Disse che era al telefono con lui quando aveva sentito gli spari, che Santino non rispondeva più”.

“Raccontò che Santino voleva che lo raggiungesse alla diga ma lei si era rifiutata di andare – ha detto in aula – Diceva che se ci fosse andata avrebbe fatto la stessa fine ma non ha specificato perché. Poi aggiunse ‘ho chiamato i carabinieri gli ho detto di andare alla diga di Arce ma loro sono andati da un’altra parte”.

Da Fonseca ha infine riferito di un colloquio tra Anna Rita Torriero e la sorella. “Parlavano del fatto che Santino stava ritrattando – racconta – Anna Rita disse che Santino aveva un grande esaurimento, che era troppo nervoso anche per il trasferimento”. E sul suicidio del brigadiere ha detto: ”Disse che il motivo era che sapeva qualcosa di Serena, può darsi che lo abbiano minacciato o forse non si è suicidato”.

Nel corso dell’udienza il procuratore generale ha chiesto una perizia su due intercettazioni relative a colloqui tra Sonia Da Fonseca e l’appuntato dei carabinieri Ernesto Venticinque, una ambientale in macchina del 28 settembre 2008 e una telefonica del 10 ottobre dello stesso anno. Intercettazioni che secondo la pubblica accusa avrebbero potuto chiarire dichiarazioni rese dalla teste in passato e su cui ora la memoria vacilla. Ma la Corte ha rigettato la richiesta ritenendola ”intempestiva e non necessaria”.