Cassino – Giovane mamma truffata per la vendita di una casa popolare. Quattro indagati

Una giovane mamma in difficoltà truffata da  tre persone che gli hanno venduto illegalmente un appartamento Ater a Cassino con la complicità di un dipendente dell’Azienda di edilizia residenziale Pubblica.  

            E’ questo il quadro ricostruito da Procura di Cassino e carabinieri nell’ambito di un’indagine partita nel giugno 2019.      Sono quattro le persone indagate con le accuse di truffa aggravata e concorso in tentata estorsione e lesione personale. A loro carico è stato notificato l’avviso di conclusione indagini.

            A far avviare l’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Roberto Nomi Bulgarini, e condotta dai carabinieri della Locale Compagnia, guidati dal capitano Ivan Mastromanno, la denuncia presentata da una 28enne della città, madre di due bambine in tenera età.

                        Stando al suo racconto nel febbraio del 2019 un 35enne ed un 56enne di Cassino, insieme ad un 50enne di San Giorgio a Liri, approfittando dello stato di bisogno della donna che cercava un alloggio dopo la fine della convivenza con il suo compagno, hanno fatto  credere alla vittima di essere proprietari di un appartamento ATER (nella realtà ancora di proprietà dell’Ente Pubblico), a Cassino, zona San Bartolomeo, e di volerlo vendere al prezzo di quattromila euro. 

            I tre falsi venditori, con la complicità di un 57enne di Cassino, dipendente proprio dell’ ATER, hanno prima rassicurato la donna in vista della regolarizzazione dell’operazione di compravendita presso gli uffici dell’ATER di Frosinone, poi  si sono fatti consegnare, a titolo di acconto, 2 mila e 200 euro in contanti.

            Nel giugno di un anno fa  – dicono gli inquirenti – due degli indagati si sono recati presso l’abitazione della vittima che nel frattempo aveva scoperto di essere stata truffata e pertanto non aveva saldato quanto pattuito.

 Hanno tentato in tutti i modi, anche mediante aggressione fisica, di  farsi saldare il debito della illegale compravendita dell’alloggio popolare di proprietà dell’ATER, non riuscendo nel loro intento per il categorico rifiuto della vittima.

            A seguito dell’aggressione la ragazza ha  denunciato  quanto accaduto attivando le indagine di carabinieri e Procura che in queste ore hanno conosciuto il loro epilogo.