Catania – Operazione “Moneybak”, tra gli indagati un ciociaro

 La Guardia di finanza di Catania,  nell'ambito dell'operazione 'Moneyback' ha dato esecuzione in tre 
regioni italiane, Sicilia, Lombardia e Lazio, ed in Germania, Malta, 
Svizzera e Regno Unito ad un'ordinanza con cui il Giudice per le 
indagini preliminari presso il Tribunale di Catania ha disposto misure
cautelari nei confronti di quattro persone, sottoposte a indagine, 
insieme ad altre undici, per associazione a delinquere, truffa nei 
confronti dello Stato, truffa, riciclaggio e autoriciclaggio.

      Sono state inoltre sottoposte a sequestro preventivo sedici tra 
societa` e fondazioni, aventi sede a Catania, Roma, Milano e Agrigento
e come oggetto sociale dichiarato attivita` in diversi settori 
economici (turistico, socio- assistenziale, consulenza gestionale e 
servizi, locazione immobiliare, edilizia, commercio all'ingrosso, 
editoria), oltre a disponibilita` finanziarie, detenute in Italia e 
all'estero, per oltre 500mila euro. In particolare, le indagini, 
svolte dai militari del Nucleo di polizia economico-finanziaria della 
Guardia di finanza di Catania, hanno riguardato una strutturata 
associazione a delinquere, operante su tutto il territorio nazionale e
attiva nei reati contro la Pubblica amministrazione e il patrimonio.
In particolare le indagini hanno permesso di scoprire 
cinque truffe nei confronti della Regione Lazio, al fine di far 
ottenere indebitamente alle societa` riconducibili agli indagati e 
aventi oggetto attivita` nel settore turistico), cinque distinte linee
di finanziamento a tasso agevolato, per complessivi 250 mila euro, 
erogati grazie al 'Fondo Rotativo per il piccolo credito' istituito 
per sostenere le piccole e medie imprese laziali. Al fine di ottenere 
i citati finanziamenti, i promotori dell'associazione a delinquere 
hanno presentato, grazie a due commercialisti, uno di Catania, l'altro
di Frosinone, sottoposti a anche loro ad indagine, falsi bilanci alla 
Camera di Commercio di Catania e dichiarazioni fraudolente ai fini 
delle imposte sui redditi all'Agenzia delle entrate dal 2014 al 2018.

      Al centro dell'inchiesta anche una truffa nei confronti di privati: i 
promotori dell'associazione infatti, dopo essersi presentati come 
referenti di una inesistente fondazione dello Stato Citta` del 
Vaticano, palesavano ai soggetti truffati la possibilita` di ottenere 
finanziamenti a fondo perduto, chiedendo il pagamento di un contributo
per 'spese amministrative' pari a circa 260mila euro. Le somme 
provento delle truffe sono state oggetto di operazioni di riciclaggio 
e autoriciclaggio: gli importi, infatti, a cura degli stessi indagati 
o di altri soggetti a loro vicini, sono stati prima frazionati su 
diversi conti correnti, intestati a societa` o fondazioni, e 
successivamente trasferiti verso altri depositi, anche detenuti 
all'estero in istituti di credito tedeschi e maltesi.