Avevano una base anche in provincia di Frosinone i tre imprenditori finiti in una inchiesta della Guardia di Fi-nanza di Reggio Calabria che ipotizza infiltrazioni della ‘ndrangeta nel commercio di prodotti petroliferi. L’indagine risale al 2021 ma ha portato in giornata a nuovi sequestri per un valore di dieci milioni di euro, che hanno riguardato anche la Ciociaria, oltre che Roma, la Calabria, il Piemonte e Monaco di Baviera.
I beni finiti sotto sigillo sono riconducibili per i finanzieri a tre imprenditori reggini coinvolti nell’operazione “Andrea Doria”, condotta dal G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Reggio Calabria, unitamente allo S.C.I.C.O., a contrasto dell’infiltrazione della ‘ndrangheta nell’economia legale e conclusasi nell’aprile del 2021 con l’esecuzione di provvedimenti cautelari personali nei confronti di 23 soggetti, tra cui i citati imprenditori, e reali per oltre 620 milioni di euro.
Quell’indagine ha ipotizzato un sistema di frode fiscale, realizzato nel settore del commercio di prodotti petroliferi, imperniato su fittizie triangolazioni societarie, finalizzate ad evadere l’IVA e le accise. In particolare, nella ricostruzione dell’accusa, l’associazione avrebbe gestito l’intera filiera della distribuzione del prodotto petrolifero dal deposito fiscale fino ai distributori stradali finali, interponendo una serie di società “cartiera” per evadere le imposte.
In giornata è stato sequestrato l’intero patrimonio di una società operante nel commercio di prodotti petroliferi, 7 fabbricati ubicati tra le province di Frosinone, Roma e Novara, adibiti a deposito commerciale di carburanti, capannoni industriali e uffici, nonché posizioni finanziarie accese in Germania – per un valore complessivamente stimato in circa 10 milioni di euro: in provincia è stato sequestrato un deposito di Ceprano.
Agli stessi imprenditori l’anno scorso la dda aveva sequestrato altri beni per 80 milioni.