FROSINONE – 14 LUG – Durante la scorsa settimana erano arrivati i risultati ufficiosi, ora c’è anche l’ufficialità: l’Università di Tor Vergata non ha rilevato diossine nei terreni intorno all’impianto di rifiuti Mecoris di Frosinone, andato in fiamme venti giorni fa. I punti di monitoraggio erano stati concordati tra l’amministrazione, i medici di famiglia per l’ambiente ed i tecnici dell’università.
Un campionamento avvenuto a distanza di dieci giorni dall’incendio che ribadiscono, così come emerso dai primi dati acquisiti, che quei terreni non sono stati contaminati dagli inquinanti ricercati. Ora toccherà agli esami sulla qualità dell’aria. Questi, sempre realizzati con l’ausilio dei tecnici dell’università romana, arriveranno tra circa una settimana.
“Le verifiche condotte da vari enti e istituti – si conclude la nota del comune di Frosinone – hanno quindi confermato l’assenza di elementi di criticità, riconducendo il tutto in parametri di assoluta normalità”. E tra questi enti citati dal comune c’è anche l’Arpa Lazio che ha continuato a monitorare e a rilasciare dati relativi agli inquinanti. Dopo i dati superiori registrati tra il 26 ed il 27 giugno – giustificati dalle attività di spegnimento e smussamento – si torna nella normalità.
I campioni del 27 e 28 hanno visto i numeri abbassarsi ben al di sotto delle soglie d’allarme. I valori di Pm10, ovvero di polveri sottili nell’aria, non hanno mai superato livelli di allarme e quindi non si sono registrati sforamenti né prima, né durante e né dopo l’incendio. E mentre i tecnici rassicurano le indagini vanno avanti: l’obiettivo principale è capire come e perché sia accaduto un fatto che ha tenuto per giorni la cittadinanza col fiato sospeso.