Latina – Claudio Durigon si dimette: «Ma non sono mai stato fascista»

Claudio Durigon si è dimesso. Ha lasciato il posto da sottosegretario all’Economia; e ne ha spiegato i motivi con una lettera aperta.

     Decisiva la telefonata con il leader della Lega, Matteo Salvini, di giovedì sera.

     Durigon lascia ma precisa di non essere fascista. Riconosce di aver commesso degli errori sulla sua proposta sull’intitolazione del parco comunale di Latina, che oggi porta il nome di Giovanni  Falcone  e Paolo Bosellino, e che lui aveva auspicato potesse tornare a chiamarsi Arnaldo Mussolini.

     Durigon si è detto dispiaciuto che le sue  parole, secondo lui lette e interpretate frettolosamente e superficialmente, abbiano potuto portare qualcuno a insinuare che per lui la lotta alla mafia non sia importante.

     Per questo si scusa con quanti, vittime di mafia possono essere rimasti feriti dalle mie parole. Scuse rivolte in particolare alle famiglie Falcone e Borsellino, e a quelle degli agenti di scorta caduti insieme a loro.

     Durigon nella sua lettera fa poi riferimento a chi ha strumentalizzato le sue parole tentando di infangarlo.

Parla di professionisti delle strumentalizzazioni che hanno usato le sue  parole per attribuirgli a tutti i costi un’etichetta che non gli appartiene, con l’unico fine di colpire lui e il partito che rappresenta. Questa polemica, secondo il politico leghista, sta diventando l’alibi di chi, in malafede, intende coprire altri problemi. Dagli sbarchi al rave parti di Viterbo passando  – dice – per le dichiarazioni di Giuseppe Conte sui talebani.

    «La mia vera colpa  – scrive Durigon- è che non mi dimentico di essere ‘figlio’ della bonifica pontina. Tutto, in quelle terre, rimanda a una storia che, invece un certo tipo di ‘politicamente corretto’ – scrive –  vorrebbe rimuovere per sempre».

Foto:Imagoeconomica