Latina – Home banking, tre arresti della finanza per frode

LATINA – 07 LUG – Un vero e proprio tesoretto creato frodando lo stato e commettendo, qualora ce ne fosse stato bisogno, reati violenti. E’ quanto avevano messo su tre persone, arrestate oggi a Latina dalla Guardia di Finanza, nell’ambito di una operazione denominata “Home Banking”. L’indagine, coordinata dalla Procura pontina, è stata condotta dai militari di Sabaudia e Latina.

            Secondo le accuse i tre, senza alcun titolo, avevano messo su uno studio di consulenza fiscale che si era creato un buon giro di clienti: 130 circa le società. I clienti, grazie all’organizzazione, riuscivano a compensare debiti con l’erario e con l’Inps, creando crediti d’imposta fittizi che andavano ad abbattere quelle pendenze. Ad esempio: se io azienda devo pagare una quota previdenziale per i dipendenti, attraverso una falsa assunzione che prevede un credito d’imposta, riesco ad abbattere quella quota. Questo uno dei metodi per annullare i debiti ed anzi guadagnarci anche qualcosa, perché quell’assunzione non c’è mai stata.

            La mole di debiti annullati, secondo le accuse, è pari a otto milioni di euro. In cambio di questo servizio i clienti pagavano il 10% del debito: se l’azienda doveva abbattere un debito da ventimila euro, ne versava duemila all’organizzazione per il servizio reso. Un accordo questo che aveva permesso di guadagnare in maniera illecita un milione, reinvestito in auto e barche di lusso.

            C’era anche qualche imprenditore che però non riusciva a pagare ed è così che l’organizzazione, secondo le accuse, passava alle minacce. Dietro l’ipotesi di riavviare la procedura per il pagamento dei debiti, le aziende erano costrette a cedere beni di lusso di valore ben più alto rispetto a quanto dovevano pagare. Così è accaduto a due imprenditori edili che hanno ceduto un Porsche Carrera, opere d’arte ed orologi Rolex.

            Alla luce delle indagini, documentali, tecniche e bancarie, gli inquirenti hanno ricostruito il meccanismo, su cui ha concordato il Gip emettendo i tre ordini di cattura e sequestri di beni pari a 6,5 milioni di euro. Due arrestati sono in carcere a Latina ed uno ai domiciliari.