Latina – Il dietrofront del sindaco: niente patrocinio al Lazio pride dell’8 luglio

“Non è possibile condividere l’impianto centrale del documento redatto dagli organizzatori del Pride, prima fra tutte la pratica della maternità surrogata, in netto contrasto con la legislazione vigente, con le coscienze di gran parte delle persone e, in particolare, delle donne più fragili.” Inizia così il dietrofront del sindaco di Latina Matilde Celentano che ritira il patrocinio al Lazio pride di Latina in programma l’8 luglio prossimo.

La concessione era arrivata dopo una presa di posizione di Tiziano ferro. Il cantautore di Latina  auspicava che la sua città si dimostrasse aperta, democratica ed accogliente di fronte ad ogni forma di diversità, condividendo, scrive Ferro “lo spirito di libertà che anima chi cerca, anche da posizioni diverse, di tutelare le famiglie, le unioni e l’amore”. Un appello che   non è rimasto inascoltato. Visto che il sindaco di lì a qualche ora ha deciso di concedere il patrocinio. Revocato però a distanza di 48 ore. Cosa è successo nel frattempo?

A tuonare contro il patrocinio al Lazio Pride del Comune di Latina è stata Pro Vita & Famiglia onlus che attraverso le parole del suo portavoce Jacopo Coghe ha sentenziato: “ Il patrocinio al Lazio Pride concesso dal sindaco di Latina, Matilde Celentano, esponente di Fratelli d’Italia e sostenuta dal centrodestra, è un atto gravissimo e un tradimento per tutti gli elettori.  “ed ancora ““Che senso ha che Fratelli d’Italia e il centrodestra propongano a livello nazionale leggi contro l’utero in affitto se poi localmente gli stessi sindaci di Fratelli d’Italia tradiscono le linee di partito? “ E poi in chiosa la onlus richiama i vertici nazionali Fdi a prendere iniziativa.

Non c’è stato neanche il tempo però perche il primo cittadino del capoluogo pontino ha scelto di fare un passo indietro calcando di fatto le stesse posizioni, quasi attraverso le stesse parole, del governatore regionale  Francesco Rocca che negando il patrocinio della Regione all’evento  di Roma del giugno scorso aveva spiegato che la scelta arrivava  per via del  documento politico del Lazio Pride,  in cui si apre chiaramente a identità di genere, aborto, procreazione medicalmente assistita, all’istituzione di una legge sull’omotransfobia, ad adozioni per coppie dello stesso sesso e soprattutto alla maternità surrogata.  

Parla di buona fede Matilde Celentano nel suo comunicato stampa di revoca e parla anche di strumentalizzazioni fatte da parte di alcune frange politiche e degli organizzatori che – si legge – le hanno chiesto di violare la legge