Indagati nell’operazione Assedio, che un anno fa ha aperto le porte del carcere a diversi esponenti di un clan criminale di Aprilia, Ora sono anche “sorvegliati speciali”, destinatari di un provvedimento emesso dal questore di Latina che impone l’obbligo soggiorno della durata di quattro anni per uno e di tre per l’altro, quando saranno conclusi i periodi di detenzione.
Il tribunale di Roma, su proposta del questore di Latina, ha disposto la misura della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza nei confronti dei due
Sono accusati di essere ai vertici dell’organizzazione criminale che operava ad Aprilia, indiziati di appartenere ad un sodalizio di stampo mafioso operante nel territorio della città, di cui uno avrebbe coordinato le relative attività, svolgendo addirittura il ruolo di vertice dell’organizzazione criminale nei periodi di assenza del “capo”, e l’altro avrebbe contribuito con apporti significativi ed in particolare attraverso la commissione dei reati, presentandosi entrambi come esponenti rappresentativi del clan, in grado di relazionarsi anche con i vertici degli altri clan legati alle cosiddette “Mafie storiche”.
Dal provvedimento emergerebbe anche come neanche lo stato di detenzione sia – secondo gli inquirenti – sufficiente per entrambi i soggetti, a scalfire i rapporti criminali tanto radicati sul territorio.
Un’allarmante pericolosità, quella ricostruita grazie alle attività d’indagine e alla rivalutazione degli elementi in-diziari operata nell’ambito del procedimento di prevenzione, che ha fatto emergere la capacità dei soggetti di relazionarsi ed imporsi sul territorio di Aprilia attraverso condotte prevaricatrici e violente, di tale di livello da condurre all’assoggettamento e all’omertà.
Elementi questi messi in luce nella proposta del questore di Latina Fausto Vinci nell’ambito dell’attivita di monitoraggio e prevenzione dei reati svolta dalla divisione anticrimine della questura.