Latina – Morte di Gloria Pompili, chiesti 60 anni di carcere

LATINA – 13 SET – Ventiquattro anni a testa per la zia Loide ed il compagno Salem, dodici per il marito Hady. Si avvia alla conclusione il processo per la morte di Gloria Pompili, la ragazza di Frosinone soccorsa agonizzante su una piazzola lungo la Monti Lepini a Prossedi e morta poco dopo l’intervento del 118. Per quel processo sono imputati la zia Loide Del Prete assistita dall’avvocato Cosimato, il marito di quest’ultima, il tunisino Saad Mohamed Elesh Salem assistito dall’avvocato Marsiglia e Hady Saad Mohamed, marito della vittima difeso da Antonio Ceccani. I primi due accusati di omicidio con le aggravanti di aver agito in presenza dei figli minori della vittima e con particolare crudeltà e tutti e tre di maltrattamenti in famiglia sia sulla ragazza che sui bambini.

            Quella odierna è stata l’udienza della requisitoria, quella delle richieste di pena. Il procuratore aggiunto Carlo La Speranza ha iniziato a parlare poco dopo le 12 e prima di lui erano stati ascoltati due medici: il pediatra dei figli di Gloria ed il medico di base della zia Loide Del Prete. I due medici hanno negato di aver mai riscontrato lesioni o ecchimosi frutto di percosse sia sui bimbi e sia su Loide del Prete. Poi ha preso la parola la stessa Loide che ha chiesto l’esame degli imputati, una istanza rigettata dalla corte.

            E’ stato a quel punto che Salem ha preso la parola per dichiarazioni spontanee. L’uomo ha dichiarato di aver scritto la lettera in cui si assumeva la responsabilità della morte di Gloria solo perché spinto dai compagni di cella che gli avevano assicurato che tutto sarebbe finito prima, ma anche per alleggerire la posizione della compagna Loide. “Non ho mai picchiato Gloria, se ho commesso qualche reato condannatemi per quello, ma non per la morte di Gloria”. Queste le sue parole.

            Poi è stata la volta del Procuratore, il quale ha fatto una domanda alla corte: “Gloria avrebbe mai potuto avere un’altra vita?” Una domanda retorica, perché secondo l’accusa la risposta è certa: no. Lo stesso La Speranza ha affermato che la vittima qualora fosse stata ancora viva si sarebbe ancora prostituita, costretta dai tre imputati. Perché Gloria è morta? Per il procuratore, per difendere i figli e Lasperanza lo ha ripetuto tre volte prima di chiudere la requisitoria. Anche la parte civile si è associata alle richieste.