Tendere una mano all’economia locale, rinnovare le tradizioni, e al contempo contrastare lo spopolamento delle aree interne. Tutto questo è possibile semplicemente acquistando agnello nostrano in occasione delle festività pasquali, quando la carne bianca si fa protagonista di 4 tavole su 10, secondo una ricerca coldiretti /Ixè.
E’ l’appello che lancia proprio la confederazione di agricoltori e allevatori che si appella alle abitudini degli italiani affinchè facciano acquisti oculati e soprattutto preferendo carne di origine garantita da marchi di provenienza territoriale come l’Igp.
Una scelta che aiuta i pastori e salva le tradizioni millenarie come la transumanza, proclamata patrimonio culturale immateriale dell’umanità l’11 dicembre 2019 e allo stesso è più salutare. “Una tradizione che aiuta anche a contrastare lo spopolamento delle aree interne – spiega il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri -. Le ripercussioni del conflitto in Ucraina pesano enormemente su questo settore e fanno registrare un calo di fatturato preoccupante. Serve l’impegno dell’intera filiera agroalimentare per sostenere la pastorizia italiana.
Un agnello su due presente nei banchi frigo per Pasqua è di origine straniera . Il pericolo è dunquè secondo un’indagine dei Consorzi di Tutela delle tre Igp Agnello di Sardegna, Abbacchio Romano e Agnello del Centro Italia è di mettere nel piatto carne spacciata per italiana, che non rispetta gli stessi standard qualitativi di quella nostrana.