Patrica – Miasmi, il Tar per ora dà torto al sindaco che invita alla mobilitazione per il 22

Patrica – 20 set – Si muove su due fronti il sindaco di Patrica Lucio Fiordalisio. Da una parte continua la propria battaglia contro i cattivi odori che si patiscono sul territorio tra le stanze del tar del Lazio , dall’altra cerca di portare le istanze dei cittadini del comprensorio all’attenzione della regione Lazio.

Per quanto riguarda la battaglia presso il tribunale regionale,  qualche ora fa il Collegio del tar del Lazio ha confermato  lo stop all’Ordinanza di chiusura dell’azienda Tecnogea ma ha rinviato per la discussione nel merito al 20 luglio 2020. Non una buona notizia dunque arriva nell’immediato anche se il sindaco si dice comunque fiducioso perché gli stessi Giudici hanno più volte rappresentato che  i miasmi ed i cattivi odori costituiscono una forma di inquinamento che danneggia gravemente la qualità della vita. Ma l’ultima parola verrà comunque scritta non prima di 10 mesi. Al contempo Fiordalisio continua la sua battaglia sul territorio.     Per questo la manifestazione fissata per domenica 22 settembre con partenza alle 16  dalla Tomacella oltre  ad avere un profilo popolare assume – ritiene il primo cittadino – una valenza tecnica.  All’interno dell’area del corteo, infatti, saranno collocate 10 postazioni per far firmare ai manifestanti un documento che verrà inviato alla Regione Lazio.

Lo stesso documento è stato inviato    a tutti i Sindaci della Valle del Sacco che potranno valutarlo, eventualmente integrarlo, al fine di deliberare in Consiglio Comunale, se vorranno, un atto di indirizzo forte e significativo. Intanto da Supino e da Ceccano hanno dato pieno sostegno alla manifestazione di domenica. Gli odori nauseabondi hanno valicano i confini patricani diventando un problema per l’intero comprensorio. Ed ora, ritiene Fiordalisio, tocca alle istituzioni dare pieno sostegno alla cittadinanza che , da sola, non può risolvere un problema che si protrae ormai da oltre due anni, assumendo proporzioni sempre più gravi, andando a gravare su un territorio che, in termini ambientali, ha già patito troppo.