Regione – Varato il pacchetto spesa, ecco quanto spetta ai comuni

Dopo le misure del governo sono in arrivo anche quelle della Regione Lazio per i nuclei familiari in difficoltà. Si tratta del “Pacchetto spesa”: venti milioni di euro destinati dalla Regione ai comuni per buoni spesa, pacchi alimentari e medicinali, ma non solo. Grazie ad un accordo tra Regione, comuni, terzo settore, associazioni e supermercati si attiverà a breve un servizio gratuito per le fasce più deboli per la consegna della spesa a domicilio.

            Per quanto riguarda la prima misura, quella dei venti milioni, il tutto si andrà a sommare ai 40 messi in campo dal governo. I buoni messi in campo dalla Regione valgono 5 euro a persona al giorno, 7 in caso di minorenni, con ogni nucleo familiare che non potrà beneficiare di più di cento euro a settimana. La misura attiverà in totale 19 milioni, di cui sette andranno a Roma Capitale, mentre i restanti dodici agli altri comuni del Lazio.

            A Frosinone verranno assegnati 182 mila euro, a Cassino 145 mila euro, ad Alatri 113 mila, per Sora 103 mila euro, a Ceccano 92 mila e ad Anagni 84 mila, 83 mila a Ferentino e a Pontecorvo 51 mila euro. Nel pontino arriveranno a Latina 503 mila euro, ad Aprilia 296 mila euro, a Terracina 181 mila euro, mentre a Cisterna di Latina 158 mila euro, a Formia 151 e a Fondi 147 mila, a Gaeta invece 80 mila euro.

         

   Ad occuparsi dell’erogazione saranno i comuni, che riceveranno le richieste che si andranno poi a sommare a quelle relative alla misura proposta dal Governo con una spesa totale per i cittadini della nostra Regione pari a sessanta milioni di euro. La misura come detto vale venti milioni, ma in campo ne sono stati messi 19, perché? Perché il restante milione è destinato agli enti di volontariato e del terzo settore. Relativamente alla spesa a domicilio questa sarà destinata a chi è positivo in casa, in isolamento o in quarantena; ai non autosufficienti, agli immunodepressi, alle donne in gravidanza, persone impegnate nei servizi sanitari e individui impossibilitati a raggiungere i beni di prima necessità.

            Saranno le stesse organizzazioni del terzo settore, i comuni o i soggetti incaricati, a raccogliere gli ordini dai beneficiari, tramite mail, messaggi o telefono. Anche in questo caso i beneficiari verranno individuati dai comuni in collaborazione con le associazioni.