Roma – Automotive: Federmeccanica, Fim, Fiom e Uilm scrivono a Draghi

Federmeccanica, Fim, Fiom e Uilm scrivono a  Mario Draghi, per chiedere un incontro urgente sul settore automotive. Nella lettera inviata al presidente del Consiglio viene sintetizzata la necessità di interventi mirati di un settore in crisi ma che vale in Italia un fatturato di 93 miliardi di euro, il 5,6% del Pil in cui, nel solo comparto della fabbricazione di autoveicoli, operano oltre 2mila imprese e 180mila lavoratori realizzando il 7% delle esportazioni metalmeccaniche nazionali per un valore di 31 miliardi di euro.

            Servono dunque, si legge, interventi ad hoc con cui possano prevedersi risorse adeguate ed una governance per le politiche industriali e la gestione delle crisi industriali già aperte; attivare investimenti di sostegno alla domanda verso le tecnologie green; attivare investimenti anche per difendere occupazione ed investimenti. E poi prevedere ammortizzatori sociali che accompagnino le transizioni in atto, di breve e di lungo periodo.

            Nonostante la forte crisi produttiva, con 500.000 autovetture in meno in 25 anni, infatti, il settore, annotano ancora nella lettera firmata dai leader delle associazioni, è ancora vitale: per questo l’ipotesi di stoppare la vendita di nuove auto che producono emissioni di carbonio entro il 2035 “se non accompagnata da interventi, potrebbe portare in Italia ad una perdita di circa 73.000 posti di lavoro, di cui 63.000 nel periodo 2025-2030, come previsto dalle stime Anfia-Clepa-Pwc”.

            Già oggi, d’altra parte, si legge ancora nella lettera inviata anche ai ministri Orlando, Franco e Giorgetti, i dati sull’andamento dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali forniti dall’Inps indicano questa tendenza: “nel 2019 infatti sono state utilizzate 26 milioni di ore di cassa integrazione, nel 2021 quasi 60”. Il che, annotano, rende “il rischio di deindustrializzazione di un settore chiave dell’economia italiana concreto”.