I 200 tra alberi e arbusti del Bosco del Respiro inaugurato ieri all’ospedale Pertini di Roma sono stati selezionati e curati dal Vivaio del Parco dei Monti Aurunci.
La regione Lazio, infatti, ha scelto come ente attuatore del progetto forestale il Parco dei Monti Aurunci che ha selezionato alcune essenze dal proprio vivaio forestale e ne ha curato l’acquisto presso vivai privati selezionandole in base al criterio autoctono.
C’è la catena degli Aurunci nel Bosco all’ospedale Pertini, c’è la tradizione e la dedizione degli esperti vivaisti dell’Ente regionale. C’è un progetto ben preciso, un impegno morale per la sostenibilità ambientale (degno del trilione di alberi piantati per la riforestazione del Word Economi Forum), per avere più verde, più ossigeno, più vita. Una linea verde costante quella tratteggiata ormai da tempo dal presidente Marco Delle Cese e dal direttore Giorgio De Marchis che, in questo peridio di pandemia, dove si già si guarda oltre senza dimenticare le vittime, diventa sempre più spessa. Un impegno per la tutela del verde, ma anche per il sociale.
E’ il secondo Bosco che, nel giro di poche settimane, viene inaugurato con l’impegno del Vivaio del Parco degli Aurunci, in una struttura sanitaria: prima del Pertini c’era stato il taglio del nastro all’ospedale Spaziani di Frosinone.
“Il Parco dei Monti Aurunci ormai da tempo è impegnato in prima linea nel progetto Ossigeno della Regione Lazio. Il nostro vivaio è il fulcro del progetto. Aver partecipato alla realizzazione del Bosco al Pertini, ci inorgoglisce e ci spinge a fare sempre più e meglio”. È stato il commento del Presidente del Parco, Marco delle Cese.
“I nostri esperti arborei – ha aggiunto il direttore del Parco, Giorgio De Marchis – ogni giorno si cimentano nell’attività di cura degli arbusti e delle piante, un lavoro certosino dall’innesto nel terreno, sino alla crescita e la piantumazione. Proprio come avvenuto per la fornitura delle 200 tra piante e arbusti per il Bosco al Pertini. Il nostro è un impegno per la valorizzazione della cultura ambientale che si traduce, come abbiamo visto, anche in impegno sociale. Collettivo”.