PADOVA – 25 LUG – False fatture per ottenere i rimborsi della ricerca scientifica: è l’ipotesi investigativa che ha portato Ila Guardia di Finanza di Padova ad indagare oltre 200 persone di 38 province italiane, tra cui quella di Frosinone. Qui è finita nel mirino un’azienda il cui rappresentante legale è stato denunciato.
Nell’ambito dell’inchiesta si ipotizza una maxi frode da 45 milioni di euro. Le indagini dei finanzieri sono durate due anni. Gli inquirenti hanno individuato quella che ritengono essere un’associazione per delinquere, composta dagli amministratori e dal consulente di un network di società padovane, finalizzata alla illecita fruizione di agevolazioni fiscali riconosciute dallo Stato a fronte di investimenti in ricerca scientifica.
Tali agevolazioni fiscali, contenuto nel decreto legge del 2011, consistono in un credito d’imposta (originariamente nella misura del 90%, poi ridotta al 50% a partire dal 2015) a favore delle società che avessero sostenuto costi o finanziato progetti di ricerca in Università ovvero in Enti pubblici di ricerca.
Accanto ai soggetti istituzionalmente preposti a tale scopo, la norma considerava “soggetti finanziabili” anche gli “Organismi di Ricerca”, vale a dire soggetti che svolgono, senza scopo di lucro, attività di ricerca di base, di ricerca industriale o di sviluppo sperimentale, diffondendone i risultati mediante l’insegnamento, la pubblicazione o il trasferimento di tecnologie.
Secondo gli inquirenti la società capogruppo padovana, spendendo la propria qualifica di “Organismo di Ricerca” accreditato, ha fatto ottenere ai propri committenti, attraverso la falsa fatturazione di servizi di ricerca e sviluppo, il diritto di vantare nei confronti dell’Erario crediti d’imposta non spettanti, in alcuni casi oggetto di compensazioni con altri tributi, per un importo attualmente quantificato in oltre 45 milioni di Euro.