Villa Santa Lucia – Reno De Medici, il futuro della cartiera sul tavolo del ministro Fratin

Un incontro per discutere delle azioni da intraprendere per monitorare l’impatto ambientale della Cartiera Reno de Medici. Il presidente del consiglio provinciale di Frosinone Gianluca Quadrini è stato ricevuto presso la Se-greteria Tecnica del Ministro Gilberto Pichetto Fratin, insieme al consigliere regionale Angelo Tripodi e al Sin-daco di Villa Santa Lucia, Orazio Capraro.
La ripresa dell’attività produttiva della Cartiera Reno De Medici ha fatto in modo che si tirasse un sospiro di sollievo per i tanti posti di lavoro a rischio. Ma restano comunque dei nodi da sciogliere. Il preminente è cghiarire in sede ministeriale la questione relativa alla rinomi nazione dei fanghi primari che non andrebbero classificati come rifiuti ma come materia da riciclo, come auspica l’azienda, le parti sociali e gli stessi lavoratori che si sono visti revocare la procedura di licenziamento diffusa dall’azienda dopo il lungo periodo di stop forzato dettato dalle indagini della procura di Cassino sul depuratore esterno del consorzio industriale del Lazio e dopo la querelle relativa alla lunga attesa dell’aia, l’autorizzazione ambientale, da parte della regione Lazio.
“È stata una soddisfazione enorme vedere la Reno de Medici riprendere la produzione ma sarà ancora più grande la soddisfazione di sapere che ci sono tutte le carte in re-gola, a livello ambientale, per far si che que-sta importante azienda continui ad esistere.” Afferma Gianluca Quadrini, in qualità di Presidente del Consiglio della Provincia di Frosinone e Vicepresidente di Anci Lazio, con la delega specifica alle attività produttive.
C’ è ottimismo all’indomani dell’incontro col Ministro Fratinalla luce della disponibilità e dell’impegno nel trovare una soluzione definitiva perche si garantisca all’azienda una continuità produttiva.
L’incontro dunque è terminato con l’ulteriore impegno da parte della Segreteria nella verifica dell’interpello che ha fatto l’azienda che permetterebbe alla cartiera di gestire in modo diverso i fanghi primari, considerandoli come sfridi di lavorazione anziché come rifiuti da smaltire