Milano – Somministrazione illegale di manodopera: maxi sequestri, coinvolta la provincia di Latina

Una truffa partita da Milano ma che attraverso una serie di società fittizie ha attraversato l’intero stivale coinvolgendo 7 province: Roma, Bergamo, Cremona, Rimini, Latina, Pesaro Urbino e Taranto.
Qui si sono concentrati i sequestri operati dalla Guardia di Finanza a seguito dell’operazione condotta dai militari della Compagnia di Melegnano.
Reati fiscali, truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, falso e auto riciclaggio; queste la accuse contestate agli indagati a cui sono stati sequestrati beni per 16 milioni di euro in tutto, tra appartamenti, auto , gioielli, beni di lusso ma anche conti corrente e denaro contante.
Nel pontino i sigilli sono stati apposti a beni materiale e immateriali riconducibili a indagati residenti nell’area nord della provincia , tra Aprilia e Cisterna, fino ad arrivare alla capitale, passando per la zona dei castelli ro-mani, anche questa teatro dei sequestri operati dai vari reparti della guardia di finanza che hanno operato nelle 7 province coinvolte.
Secondo le accuse i legali rappresentanti e amministratori delle società coinvolte, con l’ausilio di consulenti e
professionisti, avevano creato un complesso sistema di frode basato sull’emissione ed utilizzo di fatture per operazioni giuridicamente inesistenti, a fronte della stipula di fittizi contratti d’appalto di servizi per nascondere –stando alle accuse – la somministrazione di manodopera realizzata pero in violazione alle normative di settore.
Più nel dettaglio, ricostruendo la “filiera della manodopera”, è stato rilevato che i rapporti di lavoro con le società committenti, molte delle quali operanti nel settore turistico-alberghiero, sono stati “schermati” da società “filtro” che, a loro volta, si sono avvalse di una società cooperativa (società “serbatoio”) che ha sistematica-mente omesso il versamento delle imposte e degli oneri previdenziali e assistenziali.
Non solo, perché dalle indagini è emerso che alcune società coinvolte nella frode, attraverso l’attestazione di costi e spese di fatto mai sostenuti, sono risultate beneficiari di falsi crediti d’imposta denominati “Formazione 4.0”, una misura nata e finanziata con risorse del P.N.R.R. proprio per sostenere le imprese nel processo di trasformazione tecnologica e digitale